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1. Quello che non si dice perché tutti già lo conoscono

 

*racconto immaginario ... ma non molto distante dalla realtà*

 

Marco incontra un suo vecchio amico di nome Andrea che non vedeva da anni e gli racconta che ha incominciato a giocare a tennistavolo.
Andrea, preso dall'entusiasmo, lo invita a andare con lui il giorno seguente in oratorio, perché anche lui gioca a ping pong da molti anni.
I due amici l'indomani si incontrano ed Andrea vuole sfidare Marco.
Andrea: "Dai giochiamo, tu non sai ma io sono un campione di ping pong, sai ero anche il primo della scuola ed al mare non mi batte nessuno!"
Marco, che non lo ha mai visto giocare, rimane un po' stupito ma accetta la sfida.
A questo punto Andrea prende fuori una pallina dalla tasca e servendo dice "per la palla".
Marco a quel punto ferma la pallina, Andrea non capisce cosa sta succedendo, la fa rotolare sul tavolo e poi la nasconde sotto dicendo "alla mia destra o sinistra?".
Andrea continua a non capire e per non sbagliare gli dice "dai servi tu per primo!".
Marco si prepara a servire ed osserva che la pallina è vecchia rovinata ed era più piccola di quella che era abituato a giocare in palestra.
Senza dar troppo peso dice "non ti secca se giochiamo con la mia pallina, è meno rovinata" e Andrea accetta senza capirne davvero il motivo.
Marco a quel punto prende fuori una pallina a tre stelle in plastica ed incomincia a servire.
Marco serve e fa punto ed Andrea incomincia subito a lamentarsi "ma che pallina hai preso, fa anche uno strano rumore, sarà rotta!".
Il secondo punto anche termina molto velocemente ed a quel punto Marco passa la pallina ad Andrea.
Andrea infastidito lancia la pallina verso Marco dicendogli "tocca ancora a te".
Marco a quel punto non capisce e gli dice "guarda che si fanno due servizi a testa, ora tocca a te".
Andrea a quel punto esclama "non inventarti le regole saputello, si fanno cinque servizi a testa e vince il primo che arriva a ventuno".

 

*vi lascio immaginare come continua*

 

Questa è una storia di fantasia, però mi ha fatto molto riflettere una frase che ho letto in cui si diceva che il tennistavolo non ha preso molto piede in Italia perché viene considerato come un passatempo e non come uno sport.
Ebbene un po' responsabili di questo lo siamo anche noi, quante volte ho sentito ai tornei "giochiamo e ci arbitriamo da soli", io non ho mai visto una partita di calcio/basket/pallavolo in cui manca l'arbitro eppure a noi va bene così.
Esser vestiti in un certo modo, tempistiche di riscaldamento o timeout, servire in una determinata maniera, dimensioni dell'area di gioco e delimitazioni, etc. sta tutto scritto nel regolamento, ma se poi non c'è nessuno che lo conosce e nessuno che lo fa rispettare allora non serve a niente.
Se vogliamo cambiare qualcosa dobbiamo fornire una immagine diversa del nostro sport.

 

2. Il regolamento tecnico di gioco, questo sconosciuto

 

Penso che tutti noi la prima volta che abbiamo giocato a carte a Machiavelli o Burraco abbiamo letto un regolamento o ce lo siamo fatti spiegare, analogo discorso quando comperi un gioco da tavolo (tipo Monopoli o altri) la prima cosa che fai è leggere il regolamento, poi ti metti a giocare e se ti viene qualche dubbio ti rileggi il regolamento.
Nel tennistavolo questo non succede, il fenomeno è il contrario, perché tutti già pensano di sapere come si gioca.
Penso che molti di noi ormai ci definiamo "giocatori di tennistavolo" perché frequentiamo più o meno regolarmente una palestra o perché abbiamo fatto un torneo, ma quanti di noi realmente hanno letto il regolamento?
Quanti sanno dove si trova il regolamento tecnico di gioco?
Quanti invece si sono limitati ad ascoltare da qualcuno alcune parti del regolamento?
Quanti sanno che alcune parti del regolamento nel tempo sono state cambiate?

 

Entrando un po' nello specifico della questione.
Quanti tecnici/dirigenti conoscono bene il regolamento di gioco?
Quanti tecnici/dirigenti trasmettono/insegnano il regolamento di gioco ai propri atleti?
Quanti tecnici, dopo averlo insegnato, pretendono che venga messo in pratica dai propri atleti?
Quanti ad esempio hanno osservato i servizi dei propri giocatori e detto loro se sono regolari o meno?
Quanti nel tempo si sono riletti il regolamento o si sono aggiornati?

 

Non ho fatto una indagine, ma penso che il 90% dei tesserati non sappia nemmeno dove si trova il regolamento tecnico di gioco, alcuni se lo sono fatti dire da altre persone per passaparola, ma queste lo avevano letto o se lo erano fatte raccontare a loro volta?

 

3. Formazione ed aggiornamento

 

Per esperienza personale, l'unico momento in cui ho imparato il regolamento di gioco è durante il corso tecnici di primo livello (anche qua ci sono stati diversi format nel tempo con cui veniva svolto il corso) e durante il corso per Aspiranti Giudici Arbitri.
Secondo me è una cosa che tutti dovrebbero conoscere, soprattutto per quelli che poi iniziano a girare e frequentare altri tornei fuori dalla regione, anche per far valere le proprie ragioni nei confronti di un altro giocatore.
Io consiglio a tutti gli appassionati di frequentare il corso per arbitri perché aiuta a mettersi per una volta dall'altra parte, come osservatori e non praticanti, e questo aiuta a comprendere molte meccaniche di gioco.
Il corso ha una breve durata (un giorno) ed un costo simbolico di 10 euro che comprende il tesseramento come "Aspirante Giudice Arbitro" AGA.
Quelli che poi decidono di rimanere inquadrati come AGA, perché da quest'anno è possibile continuare sia a giocare che a rimanere AGA, sono invitati ad inizio stagione alla riunione degli arbitri in cui vengono aggiornati su tutte le novità dei regolamenti.
Il mio suggerimento è di avere almeno uno per società in modo che possa anche trasmettere quello che ha imparato agli altri tesserati della società (dirigenti, tecnici ed atleti) in modo da aumentare la conoscenza del regolamento.

 

4. Alcune anticipazioni

 

Da qualche anno il tecnico (ce ne è solo uno all'angolo) può dare consigli durante la partita a patto che questo non ritardi la normale prosecuzione e non durante uno scambio.

Il regolamento del servizio è sempre valido, non è che in alcuni livelli di campionato non vale ed in altri vale, o dipende se c'è l'arbitro ufficiale.

Forse potremmo chiudere un occhio nel campionato promozionale, ma per tutto il resto, prima i giocatori imparano cosa significa fare un servizio regolare e quindi a metterlo in pratica e meglio è.